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Lorenzo De Minico nacque a Torre le Nocelle il 1 luglio del 1896. Dopo la guerra 1915-18, che combatté da ufficiale di artiglieria, nel 1921 si laureò a Bari in Scienze Economiche e Commerciali e nello stesso Istituto si specializzò in Computisteria e Ragioneria. Nel 1925 vinse il concorso per gli istituti tecnici ed insegnò da Ordinario fino al 1931 nell'Istituto “ Della Porta” di Napoli. Contemporaneamente dal 1922 al 1931 fu assistente incaricato di Ragioneria. Nel 1932 vinse il concorso per la cattedra universitaria e fu chiamato a coprire la cattedra di Ragioneria all'Università di Napoli. Le sue opere sono: 1932 - L'assestamento dei valori di conto 1927 - Le riserve delle imprese 1931- Rinnovamento e liquidità del Capitale 1935 - Ciclo produttivo delle imprese industriali 1937- Elasticità e relazioni dinamiche dei costi delle imprese industriali. 1944- Lezioni di Ragioneria 1945- Gli ammortamenti e l'inflazione Pubblicò anche vari articoli in riviste di Ragioneria, fra cui “L'impresa, cellula dell'ambiente economico”. La morte lo colse a Napoli il 12/8/1949, quando era intento a preparare il Vol. II delle Lezioni di Ragioneria. Tutta la sua opera fu rivolta verso un'ottima conduzione delle imprese, con la ricerca di nuovi concetti e principi per una buona rilevazione del reddito. Suoi elementi di studio furono: Variabilità di costo e valutazione del capitale di impresa che dettero l'avvio a reazioni velate anche se senza una critica diretta. La sua opera ha dato qualcosa di nuovo allo studio della Ragioneria, ed egli si può ben definire come uno dei promotori di una nuova scuola, i cui principi sono stati seguiti e lo saranno da molti studiosi. 

Agostino Dello Iacono apparteneva al gruppo di combattimento Friuli, che insieme ai gruppi Cremona, Mantova, Folgore, Legnano e Piceno costituirono il nucleo del nuovo esercito italiano. Male armati e peggio equipaggiati dagli alleati, che diffidavano ancora di loro, si distinsero per eroismo e determinazione. Il battaglione Friuli contribuì a liberare Bologna il 21/4/1945. Poche settimane dopo cadde Agostino, che ora riposa al cimitero di Zattaglia, insieme ad altri 241 ragazzi come lui.

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Nato in Torre le Nocelle il 24 aprile 1863 da Federico - che, unico superstite alla strage che della suo famiglia compì la plebaglia borbonica nella feroce reazione del 1860, aveva offerto ancora il suo braccio e i suoi averi alla Causa Italiana - Giovanni Rotondi volle abbracciare la carriera delle armi. Nominato Sottotenente nel 1881, Promosso Maggiore a scelta, dopo aver frequentato la Scuola di Guerra, nel 1900, partecipò da Colonnello, al comando del 40' Regg. Fanteria, alla campagna per la conquista della Libia. scoppiata la Grande Guerra, ebbe il comando del 129° Regg. Fanteria. Ferito nell'azione delli 5-7 luglio 1915 sul Podgora e a Lucinico, fu decorato di medaglia d'argento al v. m. con la seguente motivazione: Dava prova di perizia, di calma e di coraggio nel condurre al fuoco il suo reggimento, e affrontava nei momenti più difficili dell' azione seri pericoli per infondere vigore e slancio alle sue truppe. Ferito, non abbandonava il combattimento né lasciava il comando, dando efficace esempio ai suoi dipendenti ". Maggiore Generale, comandò la brigata " Benevento " Nel 1° gennaio 1923 venne promosso Generale dì Divisione, Ritiratosi in Avellino, continuò gli studi storici sempre prediletti, particolarmente dedicandosi alle indagini sulla storia della sua città. Membro della Società Storica Irpina, di cui fu uno dei più autorevoli fondatori, scrisse per la rivista - Irpinia " articoli sul nome, sullo stemma, sul Castello di Avellino, che, al pari di altri pregevoli lavori ancora inediti - fra i quali merito particolare menzione uno studio sulle antichissime origini e sulle vicende del Tempio di Montevergine - rivelano la profondità della sua cultura e la genialità del suo intuito nella interpretazione dei fatti storici. La pubblicazione dello studio sul CASTELLO viene ora offerta in forma integrale, in occasione del secondo anniversario della suo morte. Fu Ispettore Onorario alle opere d'antichità e d'arte per il Comune di Atripalda. L'Università Popolare lo ebbe conferenziere erudito e attraente, e vice presidente il Comitato Irpino della " Dante Alighieri ". Fu anche amministratore sagace, attivo e intelligente del Comune di Avellino. Ma alle qualità di soldato, di studioso, di amministratore altre ne aggiunse che lo resero particolarmente rispettato e caro: la signorilità del tratto, la tempra adamantina del carattere, la profonda bontà dell'animo, la fede nei destini della Patria, sempre sorretta del più puro patriottismo.
Avellino, 18 agosto 1937 - XV  

Pasquale Rotondi, medico, eminente uomo di scienze e patriota fu anche Capitano della Milizia di Torre le Nocelle. Per essersi avvicinato alle idee carbonare fu esiliato nel 1824 a Smirne in Turchia, insieme a suo cognato l'architetto Gaetano Ricciardelli ed ad un suo sedicente domestico Luigi Caprariello, Gran Maestro della Vendita Carbonara di Nusco. Cercarono invano rifugio presso lo stato pontificio prima e Malta poi, ma furono respinti come indesiderati. Finalmente approdarono a Corfù, in Grecia, dove preferirono fermarsi per esser più vicini all'Italia.

Qui fece conoscenza con Santorre di Santarosa, con cui ebbe  poi rapporti epistolari.

Dopo poco tempo il patrimonio dei profughi andò assottigliandosi, non potendo essi trovare un lavoro e furono sostenuti dal solo Pasquale Rotondi, che come medico non ebbe difficoltà ad inserirsi nella vita sociale dell'isola. Nel 1826 il vice-console inglese a Corfù riferiva che in casa di Gian Battista degli Oddi, console pontificio, si tenevano riunioni carbonare a cui interveniva il Rotondi, pessimo soggetto. Nel 1827, grazie ad un indulto, tornò in Italia, ma gli fu concesso il domicilio coatto ad Avellino. Nel 1828 aderì alla setta dei Filadelfi. Fu qualificato “irresipiscente, indomabile, settario”. Costituì a Torre una setta segreta, di cui era il capo, chiamata I Tulli del Foro. In quel periodo si diede alla latitanza e dopo molto tempo, il 18 Aprile del 1829 fu arrestato e deportato nell'isola di Lipari. Solo nel 1830, grazie agli auspici di Lord Adam e di altre personalità dell'isola di Corfù, fu rimesso in libertà dal Consiglio di Stato e sottoposto a libertà vigilata.  

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